IL LINGUAGGIO DELLO SCODINZOLIO DEI CANI

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Elly&Brando
view post Posted on 15/1/2011, 21:13




In pratica si è dimostrata una relazione tra i movimenti della coda e gli stati emotivi. Intanto esiste sicuramente un “linguaggio” dei cani: essi comunicano con l’uomo tramite vocalizzazioni, segnali e gesti, il che implica una fase antecedente di apprendimento e comprensione del linguaggio dell’uomo, prima di potersi esprimere; l’espressione è il livello successivo. Alcuni cani arrivano a capire più di cento diverse parole, un discreto vocabolario; sempre un termini relativi, naturalmente: un bimbo di 2 anni capisce circa duemila parole. La capacità di imparare e di comprende anche dei gesti, che sono l’equivalente del linguaggio dei segni (stesse strutture nervose e aree cerebrali) è molto sfruttata nell’addestramento. I cani sono molto abili a rilevare le sfumature del linguaggio del corpo, molto più di quanto non lo sia l’uomo; inoltre sono dotati di grande sensibilità; tutte queste doti tendono a farci considerare il cane un animale particolarmente intelligente.

I cani emettono vocalizzazioni come abbai, latrati, guaiti, uggiolii, che variano a seconda dell’intensità della emozione: in generale i suoni bassi sono indice di aggressività, mentre quelli alti esprimono piacere e gioia. Anche la postura del corpo esprime qualcosa: in funzione della posizione di zampe, orecchie, corpo e coda, si possono rilevare socialità, allarme, dominazione, spavento, timore, sottomissione, invito al gioco. I cani modificano la postura in funzione della gerarchia sociale o dei propri stati emotivi. Si tratta di eventi riflessi automatici, che purtroppo a volte vengono sottovalutati: la maggior parte dei casi di aggressione sono preceduti da una serie di segnali non interpretati correttamente dalle persone. Prima di passare alle vie di fatto, c’è sempre una fase rituale in cui l’animale esprime il proprio disagio: cogliere questi messaggi è importante per evitare problemi. E’ uno dei motivi per i quali i bimbi sono spesso oggetto di aggressioni: sono meno capaci di decodificare il comportamento dell’animale.

La coda in particolare è usata come uno stendardo per gli stati emotivi, per rappresentare i quali viene mossa con un angolo di escursione diverso da destra o da sinistra; esiste una asimmetria in relazione alle emozioni: a seconda dello stato emotivo la coda si muove in modo più marcato verso un lato o verso un altro. Per verificarlo è stata costruita una speciale “scatola” in cui il cane viene introdotto e filmato. Gli vengono poi mostrato oggetti o persone diversi, registrandone il comportamento. Un cane dominante, un gatto, del cibo, il proprietario, un estraneo, nulla: sono alcuni degli stimoli a cui il cane veniva sottoposto metre se ne filmava il movimento della coda.

Dall’analisi delle registrazioni si è potuto capire che esiste una asimmetria del comportamento in relazione alle emozioni: c’è una lateralizzazione delle emozioni rispetto ai due emisferi cerebrali. In particolare si è osservato come il cane associ gli stimoli piacevole ad una marcata tendenza a scodinzolare di più verso destra, mentre le situazioni di stress o ritenute pericolose sono caratterizzate da scodinzolio verso il lato sinistro del corpo.
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In pratica c’è una diversa attivazione degli emisferi: la parte sinistra specializzata in approccio ed emozioni positive, fa contrarre i muscoli a destra, mentre nel caso dello stimolo negativo, si attiva in prevalenza l’emisfero destro che controlla invece la parte sinistra del corpo. (Nella foto la reazione ad uno stimolo positivo).

Questa lateralizzazione motoria è stata dimostrata anche in altri animali come pulcini (movimento degli occhi) e pesci di acqua dolce (occhi).

Lo studio, tramite il calcolo dell’ampiezza e direzione dell’escursione della coda, permette di quantificare le emozioni, fornendo una stima del benessere del cane. La cosa buffa è che esistono anche cani mancini, che invertono completamente questa modalità di comunicazione, ed addirittura cani ambidestri. Non è chiaro se questi esemplari sono svantaggiati nei rapporti sociali con gli altri della propria specie, dato che sicuramente queste asimmetrie vengono colte benissimo tra simili; specialmente tra i cani che percepiscono meglio di noi i movimenti più rapidi.

L’esperimento è stato condotto su circa 30 cani di razza, sesso e temperamento diversi e ha prodotto risultati statisticamente significativi.

Le cose che Angelo Quaranta ha raccontato con garbo e ottima capacità divulgativa sono molto interessanti per dare una base scientifica a quello che qualunque proprietario di cane sa: quante volte avete sentito ripetere “Si fa capire benissimo, gli manca la parola.”? Ecco: adesso è anche dimostrato scientificamente!

Lo studio è stato ripreso anche dal NYT: If You Want to Know if Spot Loves You So, It’s in His Tail ; nell’articolo trovate anche un video molto esplicativo.
 
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