Educare e addestrare il Dobermann

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Elly&Brando
view post Posted on 15/1/2011, 21:32




CHI E’ IL DOBERMANN
Il Dobermann deve il suo nome al suo creatore: herr Friedrich-Louis Dobermann. Addetto alla riscossione delle imposte nella regione della Turingia, in Germania, gestore di un macello e impiegato municipale incaricato dell’accalappiamento dei cani erranti, il signor Dobermann decise di selezionare un cane adatto alla difesa personale. Era la metà del 1800, e i progenitori del moderno Dobermann furono probabilmente gli antenati di alcune razze moderne: il “cane da macellaio” (oggi conosciuto come Rottweiler), il cane da pastore della Turingia (tra gli antenati del Pastore Tedesco), ma soprattutto il Pincher e i terrier da lavoro nero-focati (conosciuti come black and tan, oggi Manchester e Jagd Terrier).
I suoi successori probabilmente introdussero altre razze, per migliorare l’aspetto fisico, come forse il Greyhound.

L’obbiettivo era ottenere la prima razza nata e selezionata con un compito davvero particolare: la difesa personale. Il Dobermann ottenne un buon successo grazie all’adozione da parte della polizia e l’esercito di diverse nazioni oltre alla Germania. Sono famosi i reparti di assalto dei Marines americani. L’addestramento militare all’attacco gli è valsa la reputazione di aggressività e inaffidabilità. Il Dobermann è stato rilanciato negli anni Settanta da un simpatico film poliziesco: La Gang dei Dobermann, nel quale un gruppo di cani, meravigliosamente addestrati, assaltava e rapinava una banca. E’ stato anche protagonista del telefilm poliziesco “Magnum P.I.” (chi non ricorda Zeus e Apollo!).

Secondo gli esperti, il profilo del Dobermann e' :

REATTIVITA’
Attività: livello medio
Eccitabilità: livello medio/alto
Affettuosità: livello medio
Tendenza all’abbaio eccessivo: livello medio/alto
Tendenza alla minaccia di morso ai bambini: livello medio

ADDESTRABILITA’
Addestrabilità all’obbedienza: livello medio
Duttilità: livello medio
Giocosità: livello medio/alto
Distruttività: livello medio

AGGRESSIVITA’
Abbaio territoriale: livello alto
Difesa territoriale: livello alto
Tendenza all’aggressività verso gli altri cani: livello medio
Tendenza a imporsi sul proprietario: livello medio

I PUNTI FORTI
Chi conosce solo l’estetica di questa razza, può pensare al Dobermann come a un cane-soldato, forte e indipendente. Il Dobermann nasconde però un animo sensibile, tende ad affezionarsi in modo forte ed esclusivo ad un'unica persona. E’ pronto a seguirvi ovunque, a fare qualunque cosa per stare con voi. Sa dimostrare affetto anche alle altre persone di famiglia e agli amici, ma tende ad essere riservato con gli estranei. Se sapete capire e valorizzare questo profondo attaccamento, si rivela uno straordinario compagno, attento a ogni vostro desiderio. In casa è discreto, pulito: non ama sguazzare nelle pozzanghere. Gli piace dormire sul divano, meglio ancora vicino a voi, sul letto.

Non è un attaccabrighe con gli altri cani: sa difendersi, ma raramente attacca senza motivo. E’ facile da educare con metodi positivi; impara velocemente, e ha un’ottima memoria. Ha la curiosa tendenza a usare le zampe per manipolare gli oggetti o per richiedere attenzione, quasi come un gatto. Usa anche il lungo muso per convincervi a occuparvi di lui. Malgrado la reputazione di cane da difesa personale, in genere è poco interessato agli estranei, e ha una aggressività media. Se abituato da cucciolo, può essere molto tollerante con i bambini e con gli altri animali.

I PUNTI DEBOLI
La selezione degli ultimi anni ha premiato nel Dobermann un temperamento confidente, sicuro di sé, non troppo aggressivo né timido e ansioso. Nel Dobermann convivono però caratteristiche opposte, che nel giusto equilibrio contribuiscono al suo particolare carattere: la tendenza a imporsi e l’indipendenza, la sensibilità e la reattività. Soprattutto negli anni passati era dunque possibile incappare in soggetti con un carattere molto forte, a volte aggressivo. Altri si rivelano invece iper-reattivi, facilmente eccitabili e predisposti a soffrire di ansia e stress. L’ansia si manifesta con comportamenti di timidezza e paura, di aggressività da auto-difesa, con problemi di ansia da separazione.

Il Dobermann tende ad affezionarsi in modo molto forte a una persona, e a soffrire ogni separazione. Questo stress si manifesta spesso con l’abbaio eccessivo, o con il leccamento ossessivo del fianco. A chi non ha consuetudine con la razza, il Dobermann può sembrare meno espressivo di altri cani. La coda tagliata, gli occhi piccoli e infossati e il carattere piuttosto introverso possono rendere difficile capirlo. Alcuni soggetti tendono ad avere problemi di anoressia. Nelle linee selezionate più per l’attività agonistica, a volte il carattere molto forte può essere sottovalutato nel cucciolo, causando problemi di controllo e gestione nell’adulto.

EDUCARE IL DOBERMANN
Malgrado l’aspetto severo già da cucciolo, chi adotta un Dobermann intuisce presto la sua grande sensibilità e il suo fortissimo attaccamento. Si tende così a trattarlo come un bambino piccolo, che deve essere sempre protetto e al centro dell’attenzione. Se il cane ha un carattere più timido, questo atteggiamento protettivo non può che aumentare la sua insicurezza, rendendolo incapace di superare da solo le difficoltà. Se ha un carattere forte, con la maturità sessuale tenderà (soprattutto il maschio), a pretendere ciò che fino a quel momento gli è stato concesso in quanto cucciolone. I Dobermann non impazziscono: crescono, come tutti i cani.

Malgrado l’attaccamento, il Dobermann può inoltre dimostrarsi piuttosto indipendente, già da cucciolo, e creare dei problemi soprattutto nel richiamo. Chi sceglie di adottare un cucciolo di questa razza deve quindi essere pronto a non sottovalutare la sua sensibilità e la sua capacità di imparare. I cani non imparano infatti solo gli esercizi di obbedienza: imparano a riconoscere i comportamenti che garantiscono un vantaggio da quelli svantaggiosi. Tornare al richiamo, se non c’è niente di buono da ottenere, o peggio ancora se l’umano è teso e arrabbiato, non è vantaggioso: meglio stare alla larga… Con il Dobermann è importante iniziare subito l’educazione, usare solo metodi gentili, ed estendere a tutti i momenti della vita insieme gli esercizi più utili: il richiamo, restare da solo, non saltare addosso, camminare al guinzaglio…

ADDESTRARE IL DOBERMANN

Chi ha potuto ammirare un Dobermann al lavoro apprezza la sua grande disponibilità, il desiderio di piacere, la concentrazione e l’impegno che dimostra quando capisce cosa gli viene chiesto. La sua tolleranza lo porta a sopportare situazioni che gli causano stress, soprattutto da parte del conduttore. Un esempio: molto sensibile al contatto fisico, è pronto a sopportare il collare a strangolo, e l’abuso che ne viene spesso fatto. I metodi coercitivi però tendono a renderlo introverso, nevrotico o aggressivo.
Un Dobermann che non ha trovato un valido riferimento affettivo può sembrare un cane senza interesse per il conduttore, distaccato, se non proprio ostile. Chi ha la capacità di comprenderlo può però ottenere grandi risultati, perché il Dobermann è di sicuro un cane con una elevata attitudine all’addestramento.
Alcuni soggetti hanno manifestato dei problemi nella fase di difesa a causa di patologie a carico della colonna vertebrale (sindrome di Wobbler), che rendono dolorose le tensioni a livello della cervicale. Se ben selezionato, è un cane stabile, costante, con ottime rese anche nella fase di fiuto su pista (dove è richiesta resistenza fisica e mentale, concentrazione e motivazione al lavoro).

Lo ZTP - Züchttauglichkeits Prüfung

Lo scopo di questa prova è di garantire l’utilizzo in allevamento di soggetti con le caratteristiche morfologiche e caratteriali previste dallo standard. Viene organizzato dall’Associazione Italiana Amatori Dobermann - AIAD. Per accedere alla prova il cane deve essere iscritto al Libro delle Origini, aver compiuto almeno i 18 mesi nel giorno della prova, avere una certificazione ufficiale per la displasia dell’anca. All’iscrizione deve essere allegato il pedigree e questa certificazione veterinaria. Il proprietario deve essere socio del Club. Alla prova sono presenti due giudici, uno per la valutazione morfologica, l’altro per quella caratteriale. Anche durante l’esame morfologico viene valutato l’equilibrio caratteriale del cane. Il superamento della Ztp è richiesto per il titolo di Campione Sociale e Campione Italiano.

Come si svolge lo ZTP
Il giudice osserva il cane da fermo e in movimento. Il cane viene quindi misurato, viene controllata la dentatura e il colore degli occhi. La prova è superata se il soggetto maschio ottiene il Molto Buono, la femmina la qualifica di Buono. Segue quindi la prova caratteriale. Viene valutata la reazione a due spari in sequenza, se il cane reagisce non può proseguire la prova. Il conduttore, con il cane al guinzaglio, si avvicina quindi a un gruppo di persone che si stringono intorno al cane. Il cane deve dimostrare sicurezza e fiducia nel conduttore. Il soggetto viene quindi lasciato solo legato a un paletto, e avvicinato dal giudice, che ne valuta la sicurezza.
L’ultima prova è la difesa, con un attacco improvviso e un lanciato. Il conduttore con il cane al guinzaglio si dirige verso il nascondiglio dietro cui è nascosto il figurante per il cosiddetto attacco improvviso. Il figurante esce dal nascondiglio e corre incontro al conduttore minacciandolo, il cane deve reagire attaccando con sicurezza e decisione. Il figurante colpisce due volte il cane, e su ordine del giudice interrompe l’attacco. Il cane deve lasciare la presa al comando del conduttore. Il cane deve quindi rimanere attento al figurante, in vigilanza. Il conduttore recupera il cane, trattenendolo per il collare. Il figurante scappa, e dopo circa 50 passi, su ordine del giudice, il cane viene lanciato all’inseguimento del figurante. Quando il cane è a circa 20 passi, il figurante si volta verso il cane e lo minaccia. Il cane deve raggiungere velocemente il figurante e affrontarlo senza esitazioni. Di nuovo, il giudice ordina l’alt, il cane rimane in vigilanza, e viene recuperato dal conduttore. Il Dobermann che durante le prove di difesa non attaccano, o che non rimangono in vigilanza non superano la prova.
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