Introduzione all’addestramento

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Elly&Brando
view post Posted on 4/2/2011, 00:30




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Il rapporto che instauriamo con il nostro cane è spesso scorretto o superficiale. Questa situazione viene creata da un insieme di fattori strettamente legati allo stile di vita che l’uomo conduce, quali il lavoro, le abitudini in famiglia, ed ancora, la scuola e lo studio, ma soprattutto la qualità di tempo che dedichiamo al nostro amico. Questi fattori influiscono in modo decisivo sull’equilibrio ed il carattere di un cane evidenziando comportamenti ritenuti da noi talvolta anomali o inspiegabili, pertanto dobbiamo comprendere quali metodi o parametri sono più idonei da utilizzare per una corretta educazione. Partendo da una buona e appropriata scelta del cucciolo, è bene analizzare, fin da i primi mesi di vita del nostro cane e bene capire di che “pasta è fatto” ,cioè, se il nostro cucciolo svilupperà un carattere tenue, medio, forte. Questa valutazione non dovrà influenzare i sentimenti che proviamo per lui, ma semplicemente dovrà aiutarci nel proporci con il giusto modo. Per essere più chiari, se il nostro cane manifesta un carattere forte è deciso, il modo migliore per ottenere risultati positivi, è porgerci a lui facendo altrettanto, cioè con fermezza è senza indugi, ma soprattutto evitando di cedere alle sue lusinghe. Questo nostro comportamento, applicato nel tempo, produrrà un buon controllo è un cane equilibrato. Al contrario lo stesso comportamento applicato su un cane timido è insicuro, contribuirebbe, con gli anni, in modo significativo, nel far crescere un cane pauroso che manifesterà ansie e fobie. Perciò le necessarie valutazioni caratteriali è meglio non farle mai soli, né chiedere consiglio al solito amico che ingenuamente produrrebbe più confusione di quanta ne potremmo fare da soli. Ciò che è bene sapere invece è che il nostro amico comunica con il “linguaggio del corpo” cioè un insieme di movimenti singoli o associati che ci permettono di soddisfare una nostra precisa richiesta. A questo modo di comunicare va sommato il timbro vocale e relativa intonazione con la quale avviamo una richiesta o un comando. Schematizzando, con il movimento del corpo indicante una postura e/o un un gesto preciso, ed associando a questo un preciso vocabolo siamo in grado di far eseguire un azione precisa al nostro cane “esecuzione di un commando ”.
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Da sottolineare che per il nostro amico è opportuno utilizzare un vocabolario specifico formulato da parole brevi e incisive al fine di portarlo in pronta esecuzione senza crearli confusione o indecisioni di sorta. Questa confusione può essere comunque creata, sé i componenti della famiglia comunicano in modi e metodi differenti per far eseguire lo stesso ordine, comando o esercizio. E’ da ritenersi invece naturale la gerarchia famigliare che il cane rispetterà rispondendo ed eseguendo in modo differente i comandi a lui dati. La migliore resa riuscirà ad averla il “capo branco” che non è necessariamente il capofamiglia, ma colui che verrà scelto dal nostro amico per l’affetto, il sentimento, il rispetto che noi siamo stati in grado di darli. Senza cadere in luoghi comuni, noi tutti non dobbiamo dimenticare che una delle forme di declino del rapporto “uomo - cane” più insidiosa e più diffusa risulta essere la tendenza ad umanizzare gli animali che tanto amiamo, così’ snaturandoli e privandoli delle loro caratteristiche ambientali e psicologiche, dando vita in questo modo a cani ansiosi, depressi, con salti di umore è comunque con problemi comportamentali. Questi ultimi, paradossalmente vengono creati da l’uomo e talvolta le si rivoltano contro, con atti di improvvisa ed estrema aggressività.
 
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